Firenze, Libreria Dante di Oreste Gozzini (Tip. Campolmi & Sevieri), 1908. In 8, pp. VIII- 239, br. edit. (allentata e con dorso guasto). Cat. di vendita all’ asta (lotti 3069). Augusto Burchi (1853-1919) avviato allâarte da G. Bianchi, uno dei più noti restauratori del tempo, nel 1871 affiancò il maestro nella decorazione di edifici fiorentini (sala del Consiglio in Palazzo Vecchio, cortile della Villa della Petraia, risistemazione del Palazzo Medici-Riccardi). Dopo una collaborazione con F. Andreotti nella sala del Consiglio Provinciale di Cosenza, tornò a lavorare col Bianchi a Firenze in Palazzo Ginori e nella Villa del Salviatino a Majano. Negli anni ’80 lavorò nei palazzi Strozzi, Guadagni, Bastogi e nella Villa Salimbeni a Dicomano. In quella di Bartolini Salimbeni fu lui stesso a portare alla luce e a restaurare (1885-87) gli affreschi di Lorenzo Monaco e in quella di Ardinghelli condusse personalmente le decorazioni nel 1889. Delle opere da cavalletto si ha notizia dalle esposizioni fiorentine (Natura morta, Studio dal vero, 1878). Nella maturità Burchi gestì una bottega di arti applicate, dove si formarono G. Bargellini e G. Chini.